sabato 5 novembre 2016

La pianificazione e lo sviluppo di carriera nel mercato del lavoro contemporaneo

Carriera professionale - ieri...

Potrebbe sembrare un'assurdità parlare di carriera professionale riferendosi al mondo del lavoro contemporaneo ma non è così. Dipende dal modo in cui intendiamo il concetto di carriera. Comunemente ci si riferisce alla carriera di un lavoratore come al
“fare carriera” cioè ad una ascesa nei livelli gerarchici di un'organizzazione: si inizia da operaio, dopo dieci anni si diventa responsabili del proprio gruppo di lavoro, dopo altri dieci dell'unità produttiva e così via. Una carriera di questo tipo richiede la presenza di almeno due fattori: il primo è la presenza di un rapporto di lavoro stabile nel tempo (che evidentemente possa durare anche per tutta la vita) e il secondo è la disponibilità dell'organizzazione a riconoscere le capacità di un proprio elemento, valorizzarle e capitalizzarle secondo principi meritocratici.



Carriera Professionale - oggi...

In un mercato del lavoro come quello contemporaneo – precario, dinamico, instabile o flessibile, a seconda dei punti di vista – un tale concetto di carriera appare quanto meno anacronistico. Sebbene esistano realtà professionali in cui sia possibile “fare
carriera” secondo i criteri tradizionali precedentemente citati, queste si contano ormai sulla punta delle dita e parlare di carriera professionale ad un ragazzo che oggi cerca lavoro, che ha un contratto di sei mesi – o lavora senza averne uno – o che stenta a realizzare la sua prima esperienza lavorativa può sembrare folle.


Ritengo tuttavia sia fondamentale trattare un tale argomento proprio per affrontare il mare burrascoso del mondo del lavoro avendo una direzione da seguire, una mappa, una stella che orienti la navigazione.

Cos'è quindi la carriera nel mercato del lavoro contemporaneo?

La carriera è quel percorso attivamente determinato, costituito da tutte quelle esperienze – formative, para-professionali o professionali, maturate anche in contesti diversi ma nel medesimo settore - che permettono di acquisire le competenze specifiche della figura professionale identificata come proprio obiettivo.


Definire il proprio obiettivo professionale

Proviamo a chiarire un po' meglio il concetto analizzando alcune parole chiave di questa definizione di carriera.
La prima parola è “obiettivo”. Bisogna avere le idee chiare su dove si vuole arrivare e bisognerebbe averle quanto prima possibile. Definire il proprio obiettivo professionale significa scegliere un settore professionale di riferimento, identificare le posizioni professionali presenti nel settore e le competenze specifiche che caratterizzano ciascuna figura. Non basta, ad esempio, dire “mi
piace l'informatica e vorrei lavorare in questo settore”. Bisogna conoscere tutte le figure professionali che si muovono all'interno dell'ambito informatico e per ognuna di esse identificare il profilo di competenze che caratterizza una posizione piuttosto che un'altra. Sebbene in un settore ci possano essere competenze condivise, altre sono specifiche e specialistiche per ciascuna figura. Il profilo di competenze di un tecnico Hardware e le esperienze realizzate per acquisirlo possono essere diverse da quelle di un programmatore/sviluppatore o da quelle di un sistemista o di un esperto di cyber security ecc. Così come per qualsiasi altro settore professionale, dalla ristorazione alle risorse umane, dall'ingegneria al turismo. Bisogna conoscere la propria figura di riferimento, il proprio target, nel dettaglio. Come fare? Si possono studiare gli annunci di lavoro, ad esempio. Se un annuncio di lavoro è ben scritto – ed è ben scritto se si basa su una job description - definirà nel dettaglio le competenze richieste per ogni figura professionale dal mercato del lavoro. Ma anche una ricerca delle mansioni che caratterizzano un profilo professionale può essere adeguata al compito.


Sviluppare competenze

La seconda parola chiave è “competenza”. Per qualsiasi profilo professionale è possibile individuare un insieme di capacità operative – o competenze tecnico operative – che sono sovrapponibili alle mansioni dell'attività lavorativa – il “saper fare” -, un nucleo di conoscenze teoriche che sostanziano l'agire pratico – il “sapere” - e dei modi di essere che sono più consoni o addirittura necessari per ricoprire un determinato ruolo – il “saper essere” o le competenze trasversali -. Conoscendo le competenze in quest'ottica tridimensionale della figura professionale target diventa possibile effettuare una comparazione con le proprie competenze e così individuare nel dettaglio ciò che bisogna imparare a fare, ciò
che bisogna sapere e i modi di essere che risultano più funzionali. Fare il punto sulle competenze in proprio possesso e su quelle da potenziare o acquisire è ciò che deve orientare le scelte formative e professionali. Con questa consapevolezza non parteciperò ad un qualsiasi tirocinio pur di entrare nel mondo del lavoro, ma proverò ad intercettare quei tirocini presso quelle aziende in cui ci sono le competenze di mio interesse. Non parteciperò ad un qualsiasi corso di formazione, ma sceglierò quel corso che tratta quelle tematiche specifiche che so essere importanti nel bagaglio di conoscenze della figura professionale che voglio sviluppare. Non mi candiderò per un lavoro qualsiasi, ma proverò a propormi per quei profili professionali presenti nel mio settore di riferimento cercando di fare esperienze in cui acquisire competenze che mi specializzino ulteriormente.


Tra presente e futuro

Un discorso di questo tipo, connesso alla costruzione di una figura professionale specifica e specializzata può non portare un risultato economico nell'immediato, ma risulta vantaggioso nel medio-lungo periodo. A fronte di un mercato del lavoro fluttuante, il punto fermo diventa la propria professionalità e specializzazione. Solo se ho investito nella costruzione di una carriera professionale in un settore e per una figura specifica, quando il mercato cercherà quella figura, potrò presentare un curriculum in cui sono presenti quelle competenze richieste riuscendo ad essere realmente competitivo. Qualora nell'immediato si necessiti di un ritorno economico qualsiasi cosa può andar bene, ma si corre il rischio, se ci si affida solo ad un tale criterio, di non crearsi una figura professionale competitiva nel mercato del lavoro e dopo dieci anni essere sempre al punto di partenza: tante esperienze, tante competenze ma eterogenee ed insufficienti a raggiungere quella soglia di specializzazione richiesta. Quindi può essere vantaggioso fare esperienze anche in ambiti professionali che non ci appartengono per garantirci un più rapido ritorno economico solo se, in parallelo, si porta avanti una strategia di sviluppo e professionale mirata. Formazione, auto-formazione, affiancamento a professionisti del proprio settore d'interesse, tirocini, attività part time, volontariato, nei week end, la sera o dopo l'orario di lavoro retribuito, se non è possibile fare della propria ambizione professionale una immediata fonte di sostegno economico.
Perché tutto questo? Perché il mercato del lavoro, per qualsiasi figura professionale, ricerca gente specializzata, cioè gente che abbia quelle competenze chiave relative alla posizione in oggetto. Solo se conosco quali sono posso pianificare e cercare di realizzare una serie di esperienze – che costituiranno la mia carriera professionale – volte ad acquisirle costruendo, nel tempo, quella professionalità specializzata che diventa punto fermo nel mutevole mercato del lavoro.



Diventa ciò che sei

Ultimo concetto sul quale ritengo opportuno fermarmi in relazione alla definizione di carriera precedentemente esplicitata è che questa sia “attivamente determinata”. La scelta di un percorso di sviluppo professionale è un qualcosa di estremamente personale e che deve partire da una ricognizione di sé in un senso più ampio. Quali sono i miei interessi, le mie inclinazioni, le mie passioni. Cosa mi piace fare o cosa mi riesce meglio. Bisogna conoscersi, conoscere la propriaaretè (realizzazione dell'essenza innata della persona, sia sul piano dell'aspetto fisico, il lavoro, il comportamento e gli interessi intellettuali) e provare a farla fiorire. Solo partendo da questo presupposto diventa possibile scegliere consapevolmente una strada, essere attivi nel definirla e percorrerla, affrontare con coraggio le difficoltà che sicuramente si presenteranno. Determinare attivamente il proprio percorso di sviluppo di carriera ha a che fare con il sentirsi protagonisti della propria vita professionale e non semplici spettatori, un sentire che è ormai necessario nel mercato del lavoro contemporaneo.










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